Condizioni di lavoro

I diritti beffati dei subappaltatori del nucleare

Condizioni di lavoro

di Nolwenn Weiler

Philippe Billard lavora nel cuore delle centrali nucleari da più di 20 anni. Sindacalista CGT, è stato sospeso ed il suo stipendio mutilato. Il suo crimine? Volere rompere il tabù sulle condizioni di lavoro dei 25.000 subappaltatori del nucleare ed i rischi sanitari legati alla loro esposizione alla radioattività. Il sindacalista passa al collegio dei probiviri di Rouen il 14 ottobre.

Originariamente pubblicato in francese

Questo 14 ottobre, il collegio dei probiviri di Rouen esamina l’affare di Philippe Billard, un lavoratore del nucleare, impiegato da un subappaltatore di EDF e basato sulla centrale di Paluel in Normandia. Il dipendente è stato durante parecchi mesi privato di premi, addirittura di stipendio prima di essere sospeso ed allontanato dalla centrale, e dai suoi colleghi. Perché un tale trattamento ? Philippe Billard è anche sindacalista, membro della CGT. Ed osa sollevare un tabù nell’ambiente molto chiuso del nucleare: la questione delle condizioni di lavoro e del seguito medicale dei subappaltatori.

I subappaltatori del nucleare ? Sono circa 25.000 salariati ed un migliaio di imprese. Dal 1988, EDF fa massicciamente appello a questi intervenienti esterni. Per due ragioni: ridurre i suoi costi, privatizzazione obbliga, e ventilare le dosi di radioattività che, prima, si concentravano sugli agenti EDF. Dunque i compiti più costrittivi, e talvolta più pericolosi, sono stati confidati a questi subappaltatori .

La radioattività al prezzo di un Smic (Stipendio minimo obbligatorio [NdT])

Il grosso della manutenzione di una centrale si svolge durante gli «arresti di reattori», durante i quali si sostituisce il combustibile della centrale, l’uranio. Intervenire nell’ambiente naturale di un reattore nucleare per riparare un circuito di raffreddamento qui o una valvola di sicurezza là significa esporsi alla radioattività.
«Abbiamo i lavori più penalizzati, quelli che evitano agli altri di prendersi delle dosi», riassuma, laconico, Philippe Billard che lavora da più di 20 anni negli sottosuolo delle centrali esagonali. «Tutto ciò per 1.000 euro netti di stipendio, in media, al mese!»

Esporsi alla radioattività per fornire dell’elettricità al paese non vale molto più dello Smic. Di fronte alla radioattività, i subappaltatori del nucleare sono in prima linea: incassano l’ 80% della dose annua di irradiazioni ricevute nei 59 reattori nucleari francesi, secondo lo schedario dosimetrico tenuto da EDF e gli altri gestori (Areva, Andra...) tra il 1988 e il 2006. In un silenzio che fa comodo a tutti.

Perché non esiste nessuno censimento preciso, né seguito medicale. Gli effetti sanitari sono dunque semplicemente ignorati . I lavoratori subappaltati non fanno parte degli studi di coorte condotti da EDF presso ai suoi salariati. Dopo un cantiere, spariscono delle statistiche. Ciò permette di intrattenere il mito di un’energia senza rischi.

Inquietante dosimetro

Per ragioni di sicurezza, la loro durata di intervento su una centrale è gestita «alla dose»: la dose di radiazioni, misurata in mSv, che un essere umano deve potere sopportare ogni anno senza conseguenze conosciute. Ogni dipendente porta dunque il suo dosimetro individuale . Non può superare la barra fatidica di 20 mSv all’anno, la norma massimale fissata da EDF, (al di sopra di 100 mSv, il rischio di sviluppare un cancro appare [1]). Problema: superare questa barra fatidica significa non più avere lavoro durante il resto dell’anno.

«Così, se alla metà dell’anno, dei subappaltatori sono già a 15, sono tentati di lasciare il loro dosimetro nei luoghi protetti per non farsi bloccare all’uscita», spiega un perito «salute lavoro» che ha indagato presso questi lavoratori. «EDF ripete anche che la norma di 20 mSv è super protettrice. Dunque, anche se sono a 15, i ragazzi si dicono che non è così grave.» Le imprese alle quali EDF subappalta la manutenzione sono talmente filializzate che non hanno, in generale, niente altro a proporre ai loro lavoratori «sur-dosati». Non le possono mandare fare le pulizie industriale in attesa che l’anno si conclude. Si ritrovano dunque in stato di disoccupazione tecnica. I «nostri mestieri non esistono all’esterno», manifesta Philippe Billard. «Abbiamo sgobbato solamente là, non sappiamo fare nient’ altro. Allora ci si aggrappa.» A EDF, questa pratica è conosciuta ma parlarne resta tabù. Solo un rapporto dell’ispezione generale interna delle condizioni di lavoro, realizzato nel 2006, menziona laconicamente questa «pratica preoccupante». Poi più niente.

Management per lo stress

I raggi ionizzanti non sono gli unici rischi ai quali sono esposti i subappaltatori. Mettere all’arresto un reattore per intrattenerlo costa caro: un milione di euro al giorno. In vent’ anni, la durata dei suoi arresti è passata da due mesi a tre settimane. EDF è meno rigido sul modo in cui il cantiere si svolge. Così, quello che monta un’impalcatura sarà lo stesso di quello che verifica che è montata bene.... Il subappalto permettando, semplicemente, di portare due berretti differenti. Senza dimenticare la mancanza di formazione e d’informazione. Una storia conosciuta in interno illustre questa situazione: due subappaltatori hanno contratto la «lmalattia del legionario» pulendo un serbatoio di incendio. Nessuno aveva detto loro che, in questo grande buco di 10 metri su 15, bisognava scendere assolutamente solo con una maschera. Il video di dieci minuti diffuso da EDF sulla sicurezza nelle centrali non sembra essere bastato.

«Quando fate suonare un apparecchio di rivelazione di inquinanti radioattivi in uscita di zona, è stressante. Tanto più che voi non vedete niente. La radioattività è invisibile. Ma sapete che sarete forse malati tra alcuni anni», manifesta Philippe Billard. A questo stress si aggiunge quello che fa pesare l’azienda. "Quando suonate, siete convocati generalmente da un agente EDF che vi dice: e cos’è questo? Hai fatto del lavoro di maiale! Non va bene, ti abbiamo detto che è pericoloso, che bisogna fare attenzione! »

Degli effetti sanitari ignorati

Meno incidenti del lavoro censiti conta, meglio un’impresa subappaltata è notata, più possibilità di firmare un nuovo contratto con EDF ha. Risultato: gli incidenti non sono, o raramente, dichiarati. Ed i lavoratori mai indennizzati. «Tutto è sistemato affinché nessuno sia responsabile», tempesta Philippe Billard. «I cancri provocati dagli irraggiamenti sono delle malattie latenti che si dichiarano talvolta anni dopo! Fra 20 o 30 anni, dove sarà il colpevole?» Nel subappalto del nucleare, i salariati vedono sfilare talvolta fino a 20 padroni differenti. I contratti sono firmati solo per 4 a 6 anni. Quasi la metà dei subappaltatori è per di più «nomade»: Si spostano in Francia al gradimento degli arresti di reattori e dei cantieri. Come, in queste condizioni, montare un vero sindacato o provare un eventuale errore di un datore di lavoro?

Endel, la società per la quale Philippe Billard è delegato del personale, e che appartiene a GDF-Suez, conta 250 dipendenti ripartiti in Francia ed in Belgio, e in settori diversi. «Quindi non posso fare niente!», sospira il salariato che dispone di 15h a settimana per dedicarsi alle sue attività sindacali. Idem per il Comitato di igiene, di sicurezza e delle condizioni di lavoro (CHSCT). Copre parecchie centrali, distanti talvolta di mezzo-migliaio di chilometri ! Niente di meglio del subappalto per distruggere il sindacalismo e la coesione di un’impresa. È per lottare contro questa negazione dei diritti dei salariati che Philippe Billard richiederà giovedì la sua reintegrazione in centrale nucleare, in più dei suoi diritti in materia di versamento di premi e di stipendi. «È vero, abbiamo bisogno di lavoro. È anche vero che bisogna portare dell’elettricità a tutti. Ma a quale prezzo? La felicità di quelli e quelle che hanno un accesso libero all’elettricità deve farsi sulla nostra disgrazia a noi, subappaltatori?», interroga il salariato. Il suo datore di lavoro,lui, affigge le sue certezze sul suo sito: «La salute e la sicurezza sul lavoro sono un obiettivo prioritario.»

Nolwenn Weiler / Basta!

Traduzione in italiano : Fabienne Melmi (Global Action Italia)

Note

[1Secondoi studi realizzati presso le vittime di Hiroshima et Nagasaki. Sopra 500 mSv, il rischio di sviluppare un cancro è molto importante negli anni a venire , secondo studi realizzati presso i decontaminatori diTchernobyl. A 1.000 mSv, è il ricovero immediato Resta il fatto che conosciamo male gli effetti sanitari a lungo termine di deboli dosi su lunghi periodi.