Zambia

Glencore: come una multinazionale saccheggia l’Africa con la complicità dell’Europa

Zambia

di Agnès Rousseaux

Messa in pericolo della popolazione, degradazione dell’ambiente naturale, saccheggio delle risorse minerarie, evasione fiscale e trasferimenti dubbiosi verso i paradisi fiscali… tale è il bilancio in Zambia della multinazionale svizzera Glencore. Con la benedizione della Banca Europea di Investimento che finanzia le sue attività. Come l’Europa e la Francia sponsorizzano la guerra economica e la distruzione di un territorio dell’Africa? Inchiesta su un scandalo finanziato con fondi pubblici.

Originariamente pubblicato in francese

«È Bagdad… è come se c’era stata una guerra, ma non c’è stata nessuna guerra», descrive un abitante della città di Kankoyo, in Zambia. La regione della Copperbelt (Cintura di rame) è corrosa dalle piogge acide e gli inquinamenti industriali, gli abitanti non mangiano alla loro fame. La guerra? È il saccheggio organizzato dalle imprese minerarie, particolarmente europee, nel più grande disprezzo delle popolazioni e dell’ambiente naturale. Con la benedizione dell’Europa che sponsorizza via la Banca europea di investimento (EIB) lo sviluppo di queste compagnie di estrazione. Da 10 anni, l’EIB, più grande istituzione finanziaria pubblica mondiale, ha accordato 650 milioni di euro di prestito alle miniere della Copperbelt. Lo stato francese porta 37 miliardi di euro al capitale dell’EIB. Christine Lagarde, ministro delle Finanze, fa parte del Consiglio dei governatori della banca.

L’EIB afferma che aiuta allo sviluppo duraturo della regione. E chiude gli occhi davanti agli importantissimi abusi sociali ed ambientalisti. Valutare l’impatto delle miniere? Le imprese fanno la loro propria valutazione, il che sembra bastare all’EIB. Inquinamento e sfruttamento? Da nessuna parte. Le imprese non pagano tasse? Affermano non fare benefici… Ed il governo zambiano non insista per aumentare la fiscalità. Secondo l’organizzazione mondiale del commercio (OMC), più del 50% delle esportazioni di rame della Zambia sono per la Svizzera [1]. Probabilmente per i grandi bisogni in rame di questo piccolo paradiso fiscale!

Una distruzione dell’ambiente naturale finanziato dall’Europa

Nel 2005, l’EIB accorda un prestito di 48 milioni di euro al consorzio Mopani Copper Mine (MCM), la più importante compagnia mineraria di Zambia di cui l’azionista maggioritario è la molto controversa impresa svizzera Glencore. Obiettivo di questo prestito? Creare una nuova fonderia sul sito di Mufulira, e diminuire l’inquinamento della zona, particolarmente le emissioni di zolfo, mantenere i posti di lavoro e ridurre la povertà. Un studio condotto dall’ONG Gli Amici della Terra sulla miniera di rame di Mopani mostra che gli effetti sono all’opposto degli obiettivi affissi dall’EIB e MCM.

Vicino al sito di Mufulira, l’aria è pesante e metallico. Le emissioni di zolfo superano fino a 72 volte i limiti legali, quelle di piombo raggiungono 90 volte la norma. Le misure effettuate rivelano anche un tasso di arsenico fino a 16 volte superiore ai limiti. Le emissioni di zolfo provocano delle piogge acide che deteriorano i suoli: «A Kankoyo, crescono solamente dei cactus e degli avocadi. Impossibile per gli altri semi di sopravvivere», manifesta Anne-Sophie Simpere che ha realizzato una missione di studio per gli Amici della Terra. I tetti in lamiera delle case sono corrosi dall’acido. "Del fatto dell’acidità dell’aria, la vernice non rege tre mesi. »

Centinaia di persone intossicate dall’acido solforico

L’estrazione produce enormi quantità di rifiuti: per una tonnellata di rame prodotta 110 tonnellate di rifiuti sono estratte e 200 tonnellate di materiali spostati. Le vasche di decantazione dove sono versati i resti tossici sono lasciate a cielo aperto, al disprezzo di ogni sicurezza. E le canalizzazioni che evacuano questi resti tossici attraverso le città e le campagne non sono sufficientemente protette. Gli abitanti evocano le perdite regolari o le esplosioni. Sono loro che sono obbligati a pulire i resti tossici, perché il gruppo Mopani si limita a riparare i tubi difettosi. Nel 2007, un rapporto dell’ONG Citizens for a better environment ha accusato Mopani di scaricare dei fanghi nel fiume vicino. Ogni segno di vita acquatica è sparito.

Dal 2003, Mopani utilizza un metodo di estrazione-la lixiviazione-meno costoso ma più inquinante di cui il principio è di iniettare dell’acido solforico nei suoli per disintegrare il rame dei giacimenti, prima di pomparlo. Problema: la soluzione di acido sotto pressione nei giacimenti può migrare. Ed i giacimenti sono vicino alle nappe di acque sotterranee. Malgrado numerosi incidenti che provocano dei tagli di acqua talvolta durante parecchie settimane, l’impresa non è inquietata. Nel 2008, 800 persone finiscono all’ospedale dopo avere bevuto dell’acqua contaminata dall’acido solforico. Conseguenza per l’impresa MCM? Alcune centinaia di dollari di multe. Più inquietante ancora: è MCM lei stessa che fornisce le valutazioni della contaminazione dell’acqua, perché il Consiglio ambientalista della Zambia non ha le attrezzature necessarie.

Sfruttamento salariale ed accecamento omicida

Per l’EIB, Mopani è un progetto che preserva l’ambiente naturale. Il prestito accordato deve permettere di ridurre le emissioni di zolfo che «saranno conformi alla regolamentazione zambiana» nel… 2015. Un impegno a mettersi a norme nove anni dopo la concessione del prestito dell’EIB, mentre le popolazioni sono avvelenate… un tale lassismo da parte della banca europea lascia pensieroso. «Siccome il progetto è realizzato in una zona industriale esistente, la domanda del pregiudizio eventuale per la preservazione della natura e la biodiversità non si pone. L’impatto ambientalista è largamente positivo», dettaglia il rapporto dell’EIB nel 2004. "Oggi l’EIB è sulla difensiva, spiega Anne-Sophie Simpere. I rappresentanti dell’EIB continuano ad affermare che non c’è inquinamento. Andando sul posto, non si possono raccontare storie. Ma loro vedono solo ciò che vogliono vedere. »

Un argomento dell’EIB? Il progetto deve permettere di «salvaguardare direttamente al minimo circa 1.210 posti di lavoro e di stabilizzarne 4.800 altri da MCM». Ma in 2008-2009, l’impresa licenzia 1.000 persone, senza preavviso. Nel 2006, più della metà dei dipendenti sono subappaltati, potendo essere pagati fino a due volte meno dei salariati. Del resto il numero di incidenti sul lavoro è giudicato allarmante : più di 20 dipendenti di Mopani sono morti nel 2005, anno della concessione del prestito dell’EIB.

Delle imprese che pretendono non realizzare nessuno beneficio

Dal cedimento del prezzo del rame negli anni 1970, la Zambia ha subito una politica di adeguamenti strutturali negli anni 1990 per risolvere il suo debito. Risultato? Alla fine del decennio, le compagnie nazionali di rame sono smantellate e le miniere privatizzate, sotto l’influenza della Banca mondiale. In un contesto di corruzione governativa, le miniere sono svendute: cedute a 627 milioni di dollari, mentre i periti stimavano il loro valore minimale a 3 miliardi di dollari [2]. Nel 2004, il corso del rame raggiunge del livelli record: il prezzo è il 350% quello degli anni 1990. Per il più grande beneficio delle società europee installate sul posto.

Il prezzo del rame non porta nesun beneficio alla Zambia. «Nel 2007, i redditi minerari contribuivano approssimativamente al 0,2% del PIL in Zambia: è dell’ordine dell’errore statistico», sottolinea nel 2009, M. Kapil Kapoor, rappresentando della Banca mondiale per la Zambia. Il governo della Zambia ha accordato numerose esenzioni fiscali, una tasa sulle società del 25% invece del 35%, e un tasso di royalties derisorio del 0,6%. In confronto, le royalties delle industrie di estrazione del rame in Cile dovrebbe presto situarsi tra il 5% e il 14%. Degli accordi di sviluppo prevedono anche dei periodi di stabilità per le imprese in Zambia, proteggedendole di ogni legislazione nuova che pèotrebbe essere adottata, per una durata potendo anadre fino a 20 anni.

La Zambia si fa scroccare la metà del suo PIL

Secondo la Zambia Revenue Authority, autorità incaricata della colletta delle tasse, dal 2000, Mopani non paga tasse sui benefici. L’impresa afferma non fare profitti… ma rifiuta di dare accesso ai suoi conti . Lo ZRA invoca un «obbligo di confidenzialità» per non svelare l’importo versato dal consorzio allo stato zambiano. Secondo lo ZRA, solo una compagnia mineraria su 12 paga la tassa sui benefici, mentre l’attività mineraria rappresenta il 60% delle esportazioni in valore della Zambia.

Nel 2008, alla dogana zambiana, il 50% delle esportazioni di rame era supposto partire in Svizzera. Ma i dati svizzeri indicano che la maggior parte del rame non arriva mai nel paese… E il rame, (re)esportato dalla Svizzera è venduto molto più caro di quell’esportato dalla Zambia. Evaporazione di materie prime, benefici realizzati durante i trasferimenti dubbiosi per il paradiso fiscale svizzero.... Fortunatamente, l’EIB sostiene l’iniziativa per la trasparenza nelle industrie di estrazione! Secondo l’ONG Christian Aid [3], se la Zambia ricevesse per il suo rame l’importo dei prezzi all’esportazione della Svizzera, avrebbe nel 2008 aggiunto 11 miliardi di dollari supplementari al suo PIL, attualmente di 14 miliardi...

Glencore, specialista in corruzione, frode fiscale e violazione dei diritti dell’uomo

Considerato la situazione in Zambia, le gravi derive di questo progetto minerario erano prevedibili, sottolinea il rapporto degli Amici della Terra. Come può l’EIB garantire questo tipo di progetto? «Non parteciperemo a nessuna pratica criminale, fraudolenta o di corruzione», afferma sul suo sito l’impresa Glencore, proprietario della miniera MCM. "Offriamo dei posti di lavoro e numerosi altri vantaggi, il che contribuisce direttamente ed indirettamente alla prosperità ed allo sviluppo dei nostri paesi di accoglienza in generale e delle comunità locali in particolare. »

Questo ha sicuramente dovuto rassicurare l’EIB… E fare dimenticare il pesante passivo del gruppo Glencore, imputato di «complicità» e di «saccheggio sistematico», per avere ricomprato poi liquidato la società francese Metaleurop . Glencore aveva trasferito i suoi titoli di Metaleurop in una società offshore, Glencore Finance Bermuda. In Colombia, la multinazionale, proprietarioa di miniere di carbone, è accusata di essere responsabile di violazioni dei diritti dell’uomo. Con l’aiuto dell’esercito, ha raso al suolo villaggi interi e ha espropriato gli abitanti. Anche in Zambia, è sospettata di corruzione sul commercio di cobalto. L’impresa è citata anche per avere versato delle commissioni occulte a Saddam Hussein. Un vero esemplare di responsabilità sociale ed ambientalista…

Quando le nostre tasse finanziano delle pratiche criminali

Glencore che adopera 50.000 persone attraverso il mondo, ha realizzato un fatturato di 106 miliardi di dollari nel 2009. Possiede 66 miliardi di dollari di attivi [4]. Ossia 5 volte più del PIL della Zambia. Fondata nel 1974 da Marc Rich, solforoso uomo di affari condannato dalla giustizia americana per frode fiscale e aggiramento dell’embargo dell’Iran, l’impresa è installata a Zoug, il luogo più fiscalmente favorevole della Svizzera. Si è vista conferire nel 2008 il Public Eye award della peggiore impresa dell’anno. In che cosa una tale impresa merita di ricevere dei fondi pubblici per lo sviluppo? Un aiuto dell’EIB permette di attirare dei finanziatori, sostenendo un ruolo di catalizzatore. Glencore non ha visibilmente, assolutamente bisogno di un tale sostegno per fare degli affari… L’impresa, leader dei traders di materie prime, prevede di levare 10 miliardi di euro per la sua entrata in borsa nel 2011.

L’EIB finanzia molti altri progetti di questo tipo. Tra il 2000 e il 2007, il 80% dei finanziamenti dell’EIB in Zambia è andato al settore minerario. Valutazioni ed analisi indipendenti sono assenti. "Dal momento che l’EIB si fa rimborsare, non s’interessa del resto, dichiara Savior Mwambwa, direttore dell’ONG zambiana CTPD. Questa industria provoca degli effetti in catena su altri settori, sulle scuole, gli ospedali. Dalla privatizzazione, tutti sono coscienti che non è un problema locale. Non ci battiamo solo contro il progetto di Mopani, anche se ci sembra emblematico di queste derive. »

L’EIB, «banca dell’unione europea», è specialista del finanziamento del riscaldamento climatico, delle decisioni opache, dei «prestiti marci» all’Africa. Con un capitale di 232 miliardi di euro, e quasi 80 miliardi di finanziamenti accordati ogni anno, potrebbe essere una leva per una transizione verso un altro modello di sviluppo. I suoi dirigenti, ministri delle Finanze dei paesi europei, preferiscono visibilmente investire nella distruzione di territori, lo sfruttamento di popolazioni, e la promozione di scambi commerciali ingiusti e criminali. «La povertà indotta da queste industrie minerarie è quella di un paese in guerra, constata Savior Mwambwa. Vogliamo lottare contro queste compagnie, come se eravamo in guerra». Il che suppone anche combattere la politica dell’EIB, braccio armato della guerra liberale, finanziata su fondi pubblici.

Agnès Rousseaux

Foto: Anne-Sophie Simpere, Gli Amici della terra

Traduzione in italiano : Fabienne Melmi (Global Action Italia)

Note

[1cifra del 2008. fonte: OMC, Trade policy review-Zambia, giugno 2009. La Zambia produce 570.000 tonnellate di rame ogni anno (cifra del 2008).

[2Fonte: Rapporto degli Amici della terra.

[3Rapporto di Christian Aid, Blowing the Whistle: Time’s Up for Financial Secrecy, maggio 2010.

[4e nel 2007, i suoi profitti erano di 6 miliardi di dollari.