Transizione energetica

2012 : verso la rivoluzione energetica?

Transizione energetica

di Rachel Knaebel

La transizione energetica, se ne parla molto, certi la fanno. Un cantone 100% energie rinnovabili: è la scommessa lanciata dagli eletti, dagli abitanti e dalle imprese. A Barnim, a nord di Berlino, centrali solari, parchi eolici, centrali a legna o a biogas si contano a centinaia. La produzione di elettricità non nucleare e senza idrocarburi supera già i bisogni dei 180 000 abitanti. Anche creando dei posti di lavoro locali e portando denaro alle collettività locali che hanno investito. Qui, la transizione energetica non è più un’utopia.

Originariamente pubblicato in francese

Dei pannelli solari installati sui muri delle case popolari, il tetto del municipio ed i parcheggi. Un po’ più lontano, è tutta la facciata di un parcheggio a tre piani ad essere coperta di un’installazione fotovoltaica. Ai piedi dell’edificio, un caricatore permette di ricaricare il suo veicolo elettrico. Nella via principale, degli studenti discutono davanti all’ingresso della scuola superiore di sviluppo sostenibile, aperta nel 1992. Ad Eberswalde, nel cantone di Barnim, le energie rinnovabili sono dovunque. Con le sue 90 centrali solari, il gas di discarica e la biomassa, (di legno), questo comune di 40 000 abitanti, a 60 km di Berlino, produce il doppio dell’elettricità consumata dagli abitanti.

700 installazioni di energie rinnovabili

Nell’insieme del cantone, la produzione di energie rinnovabili copriva il 150% dei bisogni in elettricità nel 2009. “Abbiamo constatato che i 180 000 abitanti del cantone spendevano milioni ogni anno per l’energia, (circa 139 milioni di euro nel 2008, NDLR). Se non si fa niente, questo denaro lascia la regione”, constata Christine Schink che lavora da diciassette anni per lo sviluppo delle energie rinnovabili nel cantone di Barnim. Con l’aumento dei prezzi dell’energia, i comuni vedono anche i loro costi di funzionamento esplodere. Hanno deciso di agire.

Risultato? Circa 700 installazioni di energie verdi nel cantone di Barnim: 115 parchi eolici, 590 centrali solari, 7 di biomassa, 2 centrali idrauliche. Ossia una produzione di 183 megawatt di elettricità, iniettata nella rete nel 2009, e ricomprata dal gestore della rete a tariffe preferenziali stabiliti dalla legge, e garantiti su vent’ anni. Del denaro che ritorna nelle casse comunali.

Riscaldamento ecologico per edifici pubblici

Dei sistemi locali permettono di scaldare le strutture pubbliche a costo minori. A Bernau, 36 000 abitanti, una centrale a legna fornisce il riscaldamento per una parte degli edifici pubblici. “Un sistema completamente redditizio per la città, perché la municipalità possiede più di 1 000 ettari di foreste. Non acquistiamo la materia prima”, spiega Thomas Rebs, direttore dello sviluppo economico di Bernau. A nord del cantone, a Schorfheide, la scuola, l’asilo nido, la mensa, la palestra ed una casa si scaldano integralmente col calore rigettato dall’installazione di biogas della vicina fattoria. Questa produce anche dell’elettricità, rivenduta il 10% in meno rispetto ai prezzi del mercato.

Questo comune molto esteso, 237 km², a bassa densità di popolazione, è anche una terra ideale per i parchi fotovoltaici. Ne conta già sei, di cui uno tra i più grandi della Germania, quello di Finowfurt, che copre180 ettari. Un ex campo militare russo che doveva essere trasformato in aeroporto regionale. Il progetto è fallito, un parco solare rappresentava una buona soluzione di sostituzione. “L’installazione è eseguita grazie ad un fondi di investimento. siamo riusciti ad ottenere che pagasse la tassa professionale, su vent’ anni. È ovviamente lucrativo per la municipalità”, spiega il sindaco, Uwe Schoknecht.

Ricadute economiche per le imprese locali

Il comune accoglie anche un grande progetto di ricerca in geotermia profonda. I geologi scavano a 4 500 metri di profondità per cercare dell’acqua a 150 gradi. Una centrale di dimostrazione deve produrre dell’elettricità fin dal 2012, all’inizio in quantità limitata. Un progetto eccezionale, conosciuto dai professionisti del mondo intero, secondo il sindaco.

“Ci auguriamo che siano delle imprese locali a realizzare le installazioni ed i lavori sul cantone, sia a casa di privati, sia per le municipalità o gli investitori, sottolinea Christine Schink. In questa ottica, abbiamo messo in opera una rete di artigiani ed abbiamo organizzato loro delle formazioni. ” A Bernau, un’impresa locale di installazione di fotovoltaico fa la sua pubblicità sugli autobus comunali. Parecchie imprese comunali installano e si occupano della manutenzione dei pannelli solari, altre le fabbricano. “Per le pale eoliche, è più difficile. La tecnologia è più complessa e troppo costosa per le piccole imprese locali”, precisa Thomas Rebs.

Tutto ciò genera delle ricadute economiche. Ma, per Uwe Schoknecht, “il fotovoltaico è possibile solo perché è sovvenzionato”. Thomas Rebs è più positivo: “Anche se non è sempre redditizio per una municipalità investire nel fotovoltaico, un comune svolge un ruolo di modello. Deve mostrare la strada. ” Bernau sfrutta delle centrali solari sul tetto di tre delle sue scuole.

Gli abitanti investono nelle cooperative solari

I progetti municipali danno delle idee ai cittadini del cantone di Barnim. Ad Eberswalde, 22 abitanti hanno investito nella prima centrale solare cooperativa del cantone. Installata sul tetto del municipio, è entrata in funzione nel 2007. Altre iniziative, a Wandlitz, per esempio, hanno visto il giorno. “Abbiamo creato un’associazione nel maggio 2010, racconta Wolf-Gunter Zätzsch. Sei mesi più tardi, la centrale solare entrava in funzione. ” In questo comune di 2 200 abitanti, più di 130 pannelli sono stati installati sul tetto di una palestra. Il costo: 88 000 euro, finanziati senza prestiti e senza sovvenzione pubblica, da 24 soci, per 250 a 10 000 euro ciascuno. L’associazione ha già un secondo progetto avviato, con 18 nuovi soci. L’investimento sembra vantaggioso. Questo anno, il progetto ha riportato 11 300 euro. A questo ritmo, l’investimento sarà rimborsato in otto anni!

I costruttori della centrale solare di Wandlitz garantiscono il 80% della potenza installata, venticinque anni dopo la sua messa in funzione. Di conseguenza, le assicurazioni non fanno pagare molto. Un investimento dunque sicuro, oltre ad essere ecologico. L’associazione di Wolf-Gunter Zätzsch vuole andare oltre e installare un parco eolico cooperativo. Ma i costi sono maggiori, ed un prestito sarà necessario. E più costa, più le cose si complicano. “Sopra 100 000 euro di investimento, bisogna fare un appello pubblico alla partecipazione. È obbligatorio. Ma la procedura è costosa”, dice Andreas Neumann, gestore di un’altra installazione solare cooperativa del cantone. Questa soglia dei 100 000 euro ha dissuaso il suo gruppo a lanciare un secondo progetto di più grande ampiezza .

Presto delle reti di elettricità autonome?

Queste iniziative portano una nuova dinamica nel cantone. La “nostra associazione ha spinto il comune ad adottare una strategia energetica”, sottolinea Wolf-Gunter Zätzsch. 27 consiglieri su 28 hanno votato favorevolmente. L’implicazione degli abitanti è a monte molto importante per sviluppare le energie rinnovabili. “Affinché ciò funziona, devono potere partecipare alla pianificazione dei progetti, non semplicemente essere consultati, ed impegnarsi anche dal punto di vista economica”, afferma Beate Fischer, del coordinamento nazionale del programma “100% rinnovabile”.

Questi due ultimi anni, il cantone di Barnim ha anche realizzato coi fondi federali, la rinnovazione energetica del 80% dei 90 parchi giochi del cantone. All’avvenire, il cantone dovrà sviluppare anche la sua produzione di calore. Per l’elettricità, esistono sufficientemente terreni liberi per impiantare delle pale eoliche, dei parchi solari e la biomassa. Ma è più difficile mettere in opera dei progetti redditizi per il calore, perché non si può trasportarlo molto lontano. “Bisognerebbe costruire anche delle reti autonome di elettricità, in un primo tempo per le grandi imprese, le cliniche, la società di autobus, di trattamento dei rifiuti… poi delle reti locali per le famiglie di Barnim”, stima Christine Schink. Per Beate Fischer, la questione centrale dei dieci anni a venire sarà di riuscire a stoccare sul posto una parte dell’elettricità prodotta. Fra dieci anni, la Germania metterà anche all’arresto le sue ultime centrali nucleari. In Francia, ne siamo ancora molto lontano.

Rachel Knaebel / Basta!

Traduzione in italiano : Fabienne Melmi (Global Action Italia)

Foto: Parcheggio della casa Paul-Wunderlich di Eberswalde, © BBGK Berliner Botschaft